I Modelli
Lavori in corso
I viaggi di Cook riuscirono in poco tempo a suscitare gli interessi della finanza inglese per le ricchezze delle isole del Pacifico e in particolar modo della Polinesia, dove gli indigeni si erano dimostrati più amichevoli e disposti alla cooperazione. Nel 1775 una delle idee degli azionisti della Società dei mercanti delle Indie occidentali era di esportare l'albero del pane, descritto da Cook come molto nutriente e di coltivazione molto economica. L'albero avrebbe dovuto essere trasferito dal Pacifico meridionale in Giamaica, per produrre un alimento a basso costo per gli schiavi, del quale avrebbe beneficiato il fiorente traffico negriero della zona. A tale fine, dopo molte incertezze, la Royal Socity dodici anni più tardi acquistò il Bethia : il progetto prevedeva il trasporto di circa 300 piantine di albero del pane. Poichè il viaggio, che comportava il doppiaggio di Capo Horn, sarebbe durato vari mesi, la nave doveva essere predisposta in modo che le piantine potessero sopravvivere fino al momento del trapianto nella loro nuova terra. Il ponte superiore, quello cioè immediatamente sotto la coperta, venne quindi realizzato con particolare attenzione alla ventilazione e all'illuminazione naturale, seguendo le indicazioni di Joseph Banks, il botanico che aveva assistito Cook nei suoi viaggi e che era stato in effetti lo scopritore della pianta. Si procedette anche alla copertura in rame dell'opera viva, secondo un sistema che gli Inglesi avevano cominciato ad adottare dalla metà del secolo XVIII e che consentiva una discreta difesa contro il deterioramento del legno della carena; al termine delle operazioni di raddobbo la nave fu ribattezzata Bounty .
L'Ammiragliato destinò alla spedizione anche un battello di 16 piedi (4,90 m), una scialuppa a vela di 20 piedi (6,00 m) e una lancia, che venne poi chiamata Bounty Launch , di 23 piedi (7,00 m). Il 17 agosto William Bligh, un ufficiale che al comando del Resolution aveva seguito Cook nella sua terza spedizione, assunse il comando della nave. Il 23 dicembre 1787 il Bounty partì da Portsmouth per quello che sarebbe divenuto uno dei più famosi viaggi della storia, a causa del clamoroso ammutinamento che si verificò: ammutinamento che ha offerto lo spunto a un'abbondante letteratura e a più di un film.
Il programma di Bligh era di raggiungere Tahiti attraverso la rotta più corta, vale a dire doppiando Capo Horn, ma il Bounty si imbatté in una serie di burrasche da ovest che confermarono la terribile fama di quel tratto di mare e lo costrinsero a desistere. Dopo aver stremato l'equipaggio con ripetuti tentativi, Bligh si risolse ad invertire la rotta e a fare vela verso Tahiti con una navigazione più lunga, ma favorita dai venti che spirano da ovest a est: passando cioè a sud del Capo di Buona Speranza e attraversando l'Oceano Indiano. Durante il lungo viaggio vi furono vari momenti di tensione tra Bligh e il suo equipaggio, soprattutto a causa della durezza della disciplina da lui imposta, che in molte occasioni si trasformò in brutalità e dispotismo. Per questo, quando, dopo un viaggio di dieci mesi, il 26 ottobre 1788 il Bounty ebbe raggiunto Tahiti, si percepivano già chiaramente l'avversione dell'equipaggio e l'insoddisfazione del "secondo" , Fletcher Christian, nei riguardi di Bligh.
Il Bounty trascorse cinque mesi nell'isola per individuare nel ciclo vitale dell'albero del pane il momento più adatto al suo trapianto, operazione che fu fatta con la piena collaborazione degli indigeni. La sosta nell'isola fu gradita all'equipaggio ma fece aumentare il risentimento per la sempre maggiore intransigenza di Bligh. Quando il 6 aprile 1789 il Bounty levò le ancore, aveva un carico di più di 1000 piante accuratamente stivate sotto coperta. Dopo 22 giorni di navigazione (il 28 aprile) cinque dei suoi 43 uomini, sotto la guida di Fletcher Christian, si impadronirono della nave con un ammutinamento incruento, facendo poi trasbordare sulla Bounty Launch Bligh e i 19 uomini che gli erano rimasti fedeli dando loro una scorta sufficiente di provviste.
Christian diede quindi ordine di fare rotta a sud e il 28 maggio tentò di approdare a Tubuai, 400 miglia circa a sud di Tahiti. L'equipaggio non fu bene accolto dagli indigeni e così egli decise di ripiegare su Tahiti, dove gli ammutinati impiegarono 10 giorni per approvvigionare il Bounty. Vi imbarcarono anche 28 tahitiani tra uomini, donne e bambini. Tornarono quindi di nuovo a Tubuai ma furono accolti ancora peggio. Christian e la sua singolare compagnia, accresciuta ora da quattro uomini e dodici donne dell'isola, il 17 settembre salparono da Tubuai, dove lasciarono 16 marinai che per ragioni di principio avevano espresso riserve sull'ammutinamento. Christian se ne andò seguito dagli 8 uomini che gli erano rimasti fedeli e dai polinesiani.
Raggiunse così l'isola di Pitcarin e decise di fermarvisi. Una volta sull'isola fece bruciare il Bounty e diede avvio a un primordiale insediamento.Ben presto gli Inglesi si spartirono l'isola e ridussero i Tahitiani in una condizione sociale inferiore alla loro, provocando così tensioni che portarono alla morte di vari uomini; i sopravvissuti a poco a poco si adattarono alla nuova situazione. Quando 18 anni più tardi, sbarcò nell'isola il capitano Matthew Folger, l'unico sopravvissuto degli inglesi era Frederik Smith, cui Folger gli cambiò il nome per evitare il suo eventuale arresto nel caso in cui fosse stato trovato da una nave da guerra. Secondo la sua testimonianza, Christian era stato ucciso da un tahitiano il 2 ottobre 1793, quando aveva 29 anni. La sua tomba non fu tuttavia mai trovata.