I Modelli
Lavori in corso
La Victory è forse la più nota di tutte le navi da guerra inglesi. Come vascello di primo rango, unità con 100 cannoni o più - essa fu la nave di bandiera del viceammiraglio Orazio Nelson alla battaglia di Trafalgar nel 1805 e oggi è conservata in un bacino di carenaggio dell'Arsenale di Portsmouth. Fu la quinta e ultima nave della Marina britannica ad avere questo nome che, secondo la tradizione, non avrebbe mai dovuto portare, poichè la sua omonima precedente era affondata, nell'ottobre del 1774, con la perdita di tutti i 900 membri dell'equipaggio. Senonché, depennato dall'Ammiragliato, il nome fu reintegrato dal primo ministro William Pitt, nel 1760, per il vascello di primo rango in costruzione nell'Arsenale di Chatham. Impostata nel 1759, mentre l'Inghilterra si trovava in guerra con la Francia, la Victory fu varata soltanto nel 1765 e messa subito in "disarmo".
Ciò significava di solito che si provvedeva a rivestire i ponti di tavole, a lasciare a bordo un equipaggio ridotto e a sbarcare e immagazzinare a terra gli alberi, le manovre, le vele e i cannoni, attrezzature che, nel caso della Victory, non furono neppure forniti prima del 1769, quando la nave fece le prove in mare, al termine delle quali esse furono sbarcate.
L'unità passò definitivamente in armamento per la Marina britannica il 12 marzo 1778 e prese il mare l'8 maggio, come nave di bandiera dell'ammiraglio Augustus Keppel, comandante della Flotta della Manica. Per i suoi tempi, la Victory era una grande nave: dislocava 2176 tonnellate e misurava 56,7 metri di lunghezza per 15,9 metri di larghezza al ponte principale di batteria. In tutta la storia della Marina britannica se ne contano soltanto 34 di simili dimensioni, di cui 4 contemporanee della Victory. Un numero così limitato trova giustificazione nella difficoltà di reperire il legname e lo spazio necessario a costruire navi di tal genere.
La Victory richiese oltre 10.000 metri cubi di legname, quasi tutto di quercia, che si cominciò a raccogliere sin dal 1746; si ipotizza persino che il lungo processo di invecchiamento subito dal legname abbia avuto un ruolo fondamentale sulla lunghissima esistenza della nave. Come sempre, nel caso delle navi in legno, la chiglia costituiva il manufatto più importante; quella della Victory, impostata a Chatham il 23 luglio 1759, era fatto di olmo - una trave a sezione quadrata con lato di 53 cm a mezza nave, che diminuiva in altezza avvicinandosi alla prua e alla poppa. Non più di 8 travi diverse potevano costituire l'intera lunghezza della chiglia, e le palelle che le collegavano fra loro, dovevano essere lunghe almeno un metro e mezzo. Dopo la chiglia venivano la falsa chiglia e la piastra di base - collocate sotto la chiglia - e poi il dritto di poppa e la ruota di prua. Le grandi ordinate, o costole, di quercia potevano essere allora messe in opera, seguite dal fasciame interno ed esterno, dai bagli e dal tavolato dei ponti.
Quando lo scafo nudo era completo e la coperta al suo posto, si iniziava il lavoro di allestimento della nave. Tutto il materiale veniva prodotto a distinta; tutto, tranne i suoi 100 cannoni, che erano fabbricati secondo progetti standardizzati. Durante la sua lunga attività, l'armamento della Victory fu cambiato diverse volte; alla prima entrata in servizio essa era armata con 30 cannoni da 42 libbre sul ponte di batteria inferiore, 28 da 24 libbre sul ponte di seconda batteria e 30 da 12 libbre sul ponte di coperta, insieme a 10 da 12 libbre sul cassero e altri 2 sul castello di prua. Per rifornirli, la nave imbarcava 35 tonnellate di polvere e 120 tonnellate di proiettili. La Victory aveva un equipaggio nominale di 850 uomini, ma, come per la maggior parte delle unità contemporanee, la consistenza effettiva variava secondo la disponibilità: a Trafalgar , la battaglia più famosa cui prese parte, aveva un totale di 819 uomini a bordo - compresi 57 ufficiali - ed era dotata di razioni sufficienti a sfamarli per diversi mesi. Per avere un'idea, le provviste comprendevano 300 t d'acqua, 50 di combustibile, 30 di carne salata, 45 di biscotti, 15 di piselli secchi, 2 di burro e 50 di birra.
Gli alloggi per gli ufficiali superiori e per quelli inferiori erano piuttosto modesti, e assolutamente spartani quelli per i giovani guardiamarina, che vivevano in spazi molto ristretti e senza alcuna privacy.
Per quanto riguardava i marinai, che formavano il nerbo dell'equipaggio, essi dormivano tra i cannoni. Ciascun uomo disponeva di uno spazio largo 35 cm e appendeva la sua branda ai bagli del ponte sovrastante. Delle assi erano sospese fra i cannoni per servire come tavoli, e i cannoni stessi fungevano da panche. Gli altri servizi non erano migliori: i gabinetti erano tavole allo scoperto, sporgenti sulla prua della nave; i servizi igienici per gli ufficiali erano appena un poco migliori e per la pulizia personale era disponibile solo l'acqua di mare.
La vita operativa della Victory ebbe termine con la fine delle guerre napoleoniche; divenne allora, tra l'altro, la nave ammiraglia del comandante della piazza marittima di Portsmouth e, infine, si trasformò in una specie di attrazione turistica. Nel 1922 fu ricoverata in un bacino asciutto di Portsmouth, dove fu riportata allo stato in cui si trovava all'epoca della battaglia di Trafalgar . A tutt'oggi essa è ancora lì.