Gli oggetti nautici
Un ago in ferro qualunque magnetizzato, infilato in un filo di paglia galleggiante in una vaschetta piena d'acqua: ecco la prima bussola marina. La rosa solidale con l'ago risale al XIII secolo. In seguito sarebbero venuti la sospensione cardanica, la bussola a liquido a elevata magnetizzazione con rosa dei venti galleggiante, infine la chiesuola di compensazione. L'avventura della bussola coincide con quella della navigazione, e la bussola stessa è il simbolo dell'avventura sul mare. La parola "bussola" deriva da un termine latino che indicava la scatola di bosso utilizzata per realizzare i primi strumenti.
Una ciotola scavata col tornio, una rosa dei venti incisa in qualche modo, le cui decorazioni cercano di far dimenticare il pezzo di ferro scadente che fa da ago e che è appena più magnetico della ciotola stessa in legno, un coperchio per proteggere il vetro sigillato con la cera: questa è la bussola marina del Seicento. Bussola portatile su treppiede, adatta ad effettuare rilevamenti sulla terra in vista. Questo tipo di bussola non può essere compensata. Bussola di rilevamento del XVIII secolo. E' montata in un mortaio di mogano, il cui tenone veniva fatto scivolare in una mortasa del tavolo da carteggio. Bussola a secco di un battello da pesca, su sospensione cardanica, conservata all'interno della tradizionale scatola in legno con coperchio apribile (XIX secolo). Bussole di questo tipo, semplici e rudimentali ma efficaci, sono state realizzate in passato in migliaia di esemplari. Gli ultimi anni della bussola "magnetica a secco", nella seconda metà del XIX secolo, videro la comparsa di un grannumero di chiesuole adatte a tutti gli scopi. Tra queste hanno una certa eleganza e funzionalità le chiesuole per le bussole da imbarcazione della marina da guerra francese. Paradossalmente, le loro uniche pecche sono la mobilità nel campo magnetico della barca e le folli deviazioni impossibili da compensare e spesso perfino da rilevare. Tradizionale, semplice, affidabile: ecco la bussola dei dories, il prezioso "salva-rotta" dei pescatori di Terranova, da cui dipende la vita del marinaio quando, nella nebbia, deve ritrovare la goletta da cui è partito. Alcune di queste bussole sono a secco, altre a liquido: i maligni insinuano che le prime sono quelle cui è stata tolta la miscela a base di alcool che sosteneva la rosa. Bussola di bordo da rlevamento (è possibile montare una alidada) regolamentare per la marina francese del Secondo Impero. Si tratta di una bussola a liquido con magnete circolare, un'invenzione del 1860 circa. Chiesuola in ottone di una bussola di rotta a liquido (1900 circa). I magneti (uno trasversale, due longitudinali) destinati a correggere i campi magnetici fissi di bordo si trovano all'interno della colonna di sostegno. Le sfere in ferro dolce, vuote all'interno, servono per correggere la deviazione: questa varia in funzione dell'angolo di rotta ed è creata dalla nave che si comporta essa stessa come un magnete all'interno del campo magnetico terrestre. Il punto di arrivo della tecnologia della bussola magnetica: il galleggiante, che con la sua spinta verso l'alto compensa il peso degli aghi magnetizzati esercitato sulla rosa dei venti. Più questi sono massicci, infatti, più sono sensibili ai campi magnetici: il galleggiante alleggerisce la pressione della rosa sulla punta di sospensione. Una alidada fornita di prisma permette di prendere rilevamenti sia degli astri sia delle mede sull'orizzonte. |