La metà del XVIII secolo segna una data di capitale importanza nella storia della navigazione: con il suo ottante John Hadley, della Royal Society di Londra, offre ai naviganti la possibilità di osservare l'altezza degli astri con la precisione di qualche minuto d'arco. Da quel momento, conoscendo con precisione il momento dell'osservazione, il problema della longitudine, che assillava i marinai dalla notte dei tempi, era risolto. I fabbricanti di cronometri "da marina" si misero all'opera. Il bilanciere degli orologi usati in terraferma è inutilizzabile in mare, perfino con una sospensione cardanica, a causa dei movimenti della nave dovuti alle onde.
Orologio marino del 1777. Questo modello è a molla e non a pesi. La compensazione termica del bilanciere è ottenuta utilizzando due metalli diversi. Questo cronometro venne utilizzato durante una campagna idrografica a Santo Domingo nel 1780-81
Questi strumenti, come d'altra parte la grande produzione di orologi in questo periodo, mostrano quanto fosse febbrile la ricerca di una soluzione per i problemi di fondo che impedivano la realizzazione di un cronometro marino affidabile.
Orologio marino a bilanciere circolare verticale, realizzato dall'orologiaio francese Rivaz (1750 circa).
Cronometro marino di Berthoud, a scatto e a scappamento libero, usato dall'abate Chappe nel 1768 durante il suo viaggio in California. Un orologio da carrozza, di aspetto molto moderno, senza eccessive pretese di precisione.
Cronometri inglesi del XVIII secolo. Questi modelli introducono una serie di semplificazioni che permettono un prezzo più basso e annunciano l'era del cronometro alla portata di tutti.
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